giovedì, dicembre 01, 2005

In merito alle ultime polemiche sui voti

Non mi pare il caso di metterci a discutere sui voti. Il problema, a mio modestissimo parere, non sta nella prova dei singoli e neppure sulla singola capacità dell'allenatore, ma nel modo in cui ci esprimiamo come squadra. Una squadra, nella fattispecie, è un complesso organizzato e finalizzato di otto giocatori più la panca e l'allenatore, tale complesso di giocatori (campioni o pecore che siano) opera sinergicamente ossia il prodotto del complesso è maggiore della somma delle singole parti ed è proprio questo che ancora non ci riesce di fare. Premesso che in squadra non vedo alcun Maradona, che l'allenatore non si è diplomato a Coverciano e che nessuno di noi può vantare una vasta esperienza nel calcio a otto e che aver giocato in categoria 10 anni fa o fino all'altro ieri non fa maturare una particolare esperienza in questa disciplina anche perché credo che, per esempio, il campione del mondo di calcio a 5 non strisci un pallone in promozione (calcio a 11), l'unica cosa che ci rimane da fare è allenarci, giocare ed imparare dai nostri errori che credo sia l'unico modo di fare esperienza e di migliorare. Ad allenarci con continuità credo, fino ad oggi, che siamo in una quindicina, uno più uno meno, molti tra noi lavorano 8, 10 ore al giorno, la mattina si alzano presto e quindi fanno più di un sacrificio per venire a partite ed allenamenti e solo per questo meritano rispetto. Credo fermamente che chiunque sia entrato in campo in queste 4 partite giocate fin qui abbia dato il massimo, credo anche che le squadre sin qui affrontate non ci siano affatto superiori, preso ciascun giocatore singolarmente, credo invece che essendo quest'ultime al secondo, terzo anno di torneo abbiano già superato la fase dell'affiatamento e degli esperimenti che noi invece stiamo attraversando. A determinare la sconfitta non è mai la prestazione del singolo e neppure la sostituzione non azzeccata dell'allenatore ma la prestazione dell'intera squadra. I risultati per il momento non ci sono favorevoli non perché qualcuno abbia fatto una prestazione da "5" o da "4,5" o perché l'allenatore abbia una lettura della partita da "5", ammesso e non concesso che ci sia una corrispondenza reale tra numero e prestazione, ma perché stiamo pagando lo scotto dell'inesperienza che ci porta talvolta ad andare in confusione, che fa sì che qualche ruolo non sia ancora coperto bene e dunque si rende necessario qualche esperimento in corso d'opera. Purtoppo ci vuole tempo, ma è necessario spenderlo bene, allenandoci come fin qui abbiamo fatto, restando sereni e non mettendoci l'uno contro l'altro per un voto. Del resto non sarà un 5 in pagella del mister a farci saltare la convocazione per Germania 2006.
SCHOL

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